A novembre 2010, commentando una ricerca di Pew scrissi…
Secondo le statistiche, solo il 4% di tutta la popolazione statunitense online utilizza (anche saltuariamente) “location-based service”. Solo l’ 1% in maniera assidua.
Secondo me questa percentuale è destinata a crescere, probabilmente in maniera vertiginosa, nei prossimi mesi. Il motivo? Facebook Places + Facebook Deals…
Ebbene a distanza di 10 mesi, una nuova ricerca di Pew dimostra che (almento per il momento) le mie previsioni erano sbagliate: per quanto riguarda la geolocalizzazione social (strumenti come Foursquare e Gowalla) la percentuale di utenti è rimasta invariata… al “solito” 4%.
Ma per quale motivo i miei pronostici non si sono avverati? Ecco una lista che dovrebbe farci interrogare sulle reali possibilità del geolocal marketing:
- Deals non solo non ha “sfondato” ma è stato ridimensionato; il gran connubio che avevo immaginato con Facebook Places non ha prodotto molti risultati.
- Le aziende, tranne alcuni casi particolari, non sono risucite ad andare oltre al meccansismo del “geolocalizzati e ti offriamo uno sconto“ (spesso irrisorio);
- Groupon Now, che poteva essere il punto di congiunzione tra couponing e geolocalizzazione non decolla, e tutto il fenomeno “buoni d’acquisto” sembra andare verso un ridimensionamento;
- Le dinamiche basate sul gaming non attirano che una piccola fetta degli utenti;
- Lo stesso Foursquare, unica applicazione che continua ad evolversi, è alla ricerca di un’identità definitiva che lo consacri globalmente;
- La “questione privacy” è percepita dagli utenti come un problema forte;
- Le motivazioni di “tracciamento”, egocentrismo, ostentazione, socialità, gioco e sconti non sembrano bastare per giustificare il check-in degli utenti.
Mi aiutate a compilare la lista e a comprendere quali siano le reali possibilità dei social network basati sulla geolocalizzazione?